23ª edizione al Carrousel du Louvre, dal 19 al 21 ottobre 2018.
Ogni anno, durante la settimana di arte contemporanea a Parigi in ottobre,
il “Salon Contemporary Art Festival ART Shopping”
riunisce oltre 800 artisti e gallerie.

Preview Catalogo

“Carrousel Du Louvre, Paris 2018”

ARTISTI

William Bennett

Vittorio Tessaro

Sasha 

Monica Marcenaro

Mirto Testolin

Laura Soprani

Karel Stoop

Giuseppe Fochesato

Elena Gianesini

Diego Marcomini

Denis Volpiana

Antonia Bortoloso

Anna Aldighieri

Alessandro Pretto

 

CURATORE E DIRETTORE ARTISTICO

Michela Barausse

William Bennett

William Bennett nasce a Torquay, città situata sulla Manica, in Inghilterra. Ha sempre amato e praticato il disegno e l’acquarello fin da giovanissimo, studiando Disegno e varie tecniche pittoriche alla Grammar School con il professor Roper, poi col pittore John Miles. Dopo le esperienze più varie, avendo vissuto in estremo oriente, in Scozia e poi in Italia a Viareggio, la bellezza della costa del Levante ligure ha spinto lui e la moglie a trasferirsi a Sestri Levante, dove ora William vive e dipinge, e dove segue il corso di perfezionamento di acquarello della pittrice Monica Marcenaro. Nei frequenti viaggi in Provenza, Bretagna, Parigi e Inghilterra del sud ovest porta sempre con sé il materiale per disegnare e dipingere, così che l’argomento dei suoi dipinti è il più vario.
Ha partecipato a mostre a Torquay, a Viareggio, alla Spezia, a Genova e a Sestri Levante, dove ha esposto le sue opere in mostre personali dal 2015 al 2018.

Vittorio Tessaro

E’ nato nel 1958 a Caldogno (Vicenza). Dopo essersi diplomato al liceo artistico di Valdagno (VI), ha sviluppato un’idea di scultura “sentita”, libera e senza canoni, tale da permettergli sempre di esprimere la sue capacitò in senso puro ed istintivo. La conoscenza degli strumenti del modellare gli ha permesso di iniziare, per conto suo, una sorta di lunga paziente battaglia con la forma, che ha inteso persino rifiutare modelli illustri del passato: rifiutarli per non lasciarsene sopraffare. Tessaro ha seguito il proprio istinto; e l’ha fatto a ragion veduta. Ecco i due temi fondamentali del suo discorso plastico: i nudi e gli animali. Tessaro li ha affrontati con assoluta schiettezza, soprattutto negli animali – tori e cavalli – egli si è sentito di calare la sua energia gestuale, la sua interna forza primaria. Fremito delle dita; rapidi colpi di stecca; un aggredire quasi la materia. Ne sono usciti dei pezzi di prim’ordine: bronzi e bronzetti caricati al massimo di dinamismo immediato. Vittorio Tessaro ha svolto esperienze lavorative in città estere realizzando sul posto alcune fra le sue opere più significative. La partecipazione a molteplici mostre personali , collettive e a concorsi anche a livello europeo, ha dato l’opportunità di essere conosciuto ed apprezzato dal pubblico e dalla critica consentendogli l’accesso a collezioni pubbliche e private nonché garantendogli l’esposizione permanente di proprie opere presso diverse gallerie d’arte in particolar modo in Italia e Francia. Vittorio Tessaro che lavora professionalmente da tantissimi anni con sculture on bronzo, in terracotta e altri materiali plastici, vive ed opera a Vicenza.

Sasha

Sasha nasce a Parma nel 1973.
È un Artista poliedrico conosciuto dal grande pubblico come cantante e chitarrista.
Per alcuni anni fa parte della band Timoria toccando apici importanti della discografia italiana.
Fin da bambino ha la passione per il disegno che lo porta a frequentare l’istituto tecnico con indirizzo di progettista meccanico industriale. Negli anni cresce il suo interesse verso la grafica pubblicitaria, la fumettistica e la PopArt ed è proprio mescolando queste tre passioni che nel 1998 nasce lo stile pittorico inconfondibile di Sasha.
Il suo inizio è stato ispirato dall’Artista e amico Marco Lodola, famoso in tutto il mondo per le sue sculture pop luminose plasmate con plexiglass ed illuminate con il neon. Sasha frequenta lo studio di Lodola a Pavia per alcuni anni ed apprende molto dal punto di vista artistico-grafico e da quello del marketing. L’Artista pavese ha collaborato con i Timoria alla realizzazione di due copertine per gli album “1999” ed “El Topo Grand Hotel” e ad alcune scenografie per i concerti live.
Nel 2004, dopo un periodo di sperimentazione e ricerca di un suo lessico pittorico, Sasha è invitato ad esporre per la prima volta a Parma. In questa occasione vengono messi in mostra alcuni sui quadri dal sapore ancora acerbo ma di grande spessore e potenzialità.

Le sue opere hanno una forza cromatica esuberante legata alle modalità narrative fumettistiche, ma rielaborano personaggi e dettagli fino all’astratto.

Monica Marcenaro

La sua esperienza Artistica trova origine in una solida formazione accademica. E’ il paesaggio della riviera  ligure a “catturare” l’animo dell’artista tanto da incidere sulle esplosioni di colori, chiari e distinguibili che diventano successivamente tratti sempre più essenziali e appena percettibili evocando la realtà circostante piuttosto che descriverla. Acquarello, particolari gessetti,  fine polvere d’oro mescolata con il bianco accendono le opere di Monica, rendendole mutevoli e preziose.

Mirto Testolin

Ho 63 anni, sono un pittore autodidatta, socio fondatore del GAZ (Gruppo Artisti Zugliano). Ho iniziato a dipingere fin da giovanissimo, esponendo nelle collettive del gruppo pittori di Zugliano. Finiti gli studi di chimica e concluso un periodo lavorativo che mi vedeva spesso impegnato in trasferte in Italia ed all’estero, dalla fine anni ’80 ho potuto dedicarmi con continuità alla pittura. Di questo periodo pittorico ho partecipato a collettive presso: Padova, Riccione, Ferrara, Firenze, Stoccarda e Helsinki. Personali a: Zugliano, Lugo, Calvene, Thiene, Vicenza, Marostica, Schio, Altavilla, Trieste, Bologna. Ho partecipato a Concorsi ottenendo premi e riconoscimenti a: Zugliano, Montecchio Prec.no, Breganze, Arsiero, Bassano del Grappa, Osio Sotto (BG), Agna (PD), Preganziol (TV), Ancona, Arco (TN), fra i quali il più importante al “Premio Arte Mondadori 2006” una Segnalazione con diploma di merito, per l’opera “Tangenziale”.

Laura Soprani

Laura Soprani nata nel 1967 a Luzzara – Re, patria di Cesare Zavattini. Dopo aver respirato nella giovinezza nebbia e profumo di arti naif arriva a Bologna dove vive da più di trent’anni. Qui si diploma all’Accademia di Belle arti e Tecnico di effetti speciali cinematografici. Avida di esperienze curiose ha frequentato anche una scuola di circo, pagandosi gli studi col mestiere del clown e col teatro performativo.La curiosità per tutto quello che richiede creatività la porta a lavorare per la pubblicità, il cinema e la televisione come truccatrice, scenografa, decoratrice scultrice e designer in Italia e all’estero. Nel suo curriculum: numerosissimi videoclip , spot pubblicitari e trasmissioni televisive per le reti Nazionali, Mediaset, Sky. Tra le altre: Direzioni artistiche e collaborazioni di importanti eventi culturali, mostre e installazioni, Spettacoli Teatrali, Films e Documentari. E’ stata docente presso l’Accademia di belle Arti di Bologna e di Foggia. Parallelamente, si dedica alla promozione culturale nell’ambito dell’arte e del riciclo creativo. In costante divenire la sua ricerca artistica. Sperimentatrice di linguaggi, nelle sue più svariate forme espressive con materiali alternativi e di nuova tendenza, con i quali realizza le proprie opere pittoriche, scultoree e installazioni performative.

“L’amore per la materia mi spinge ad esplorare ogni campo, mi piace plasmarla e trasformarla con fantasia per creare stupore ed emozione. Tutti i materiali sono validi per essere rielaborati in nuove texture e volumi. Mischiare le tecniche mi permette di trovare soluzioni divertenti per esprimere i miei sentimenti e i miei dissensi, mettendoli in comunione creativa con gli altri”.

Karel Stoop

Karel Stoop (1951) è nato nel sud dei Paesi Bassi. Ha viaggiato molto in Asia, Medio Oriente, Nord Africa, Stati Uniti, Europa partecipando a mostre ovunque. Attualmente vive e lavora in un piccolo villaggio nella provincia di Lerida (Spagna). La sua arte esamina come i colori e le forme influenzano la psiche umana, creando un’esperienza estetica che coinvolge sia la vista che l’anima. I suoi enormi dipinti trasmettono intensa spiritualità e la profondità delle emozioni attraverso una cosmogonia di paesaggi e riflessi planetari, creando uno spazio illusionistico multi-versale.

“Vivo il mio lavoro come un viaggio e il mio modo di lavorare come un volante che mi guida attraverso un mondo incerto, pieno di sorprese e scoperte.”

Giuseppe Fochesato

La poetica di Giuseppe Fochesato, nasce nei luoghi del suo vissuto, da un pensiero dominante, da una costante visione che egli focalizza e rappresenta. Le sue tematiche prendono corpo, attraverso segni e forme corrispondenti al suo sentire affettivo, al suo mondo emozionale, ad una agognata relazione. Su una struttura di fondo, spesso geometrica, vediamo in primo piano, nuclei che focalizzano il tema e si relazionano, in un rimando onirico di metamorfosi. Terra e cielo, corpo e spirito, vitalità e sentimento, materia e luce, sono la sintesi dialogica della condizione umana. Terra nel colore rosso ocra, segno di calore, di corporeità, di concretezza, di tangibilità, di radici, di focolare. Ma quando il rosso, nelle sue opere, vira verso il viola, denota uno stato magico, una simbiosi, uno scambio tra realtà e immaginario, trasformandosi poi in blu, il colore del cielo, ma anche il colore del sentimento, dell’intimismo, della profondità. Il blu è l’eternità, rappresenta la tradizione e i valori durevoli e in questi due poli, convergono e sono racchiusi il quotidiano e lo spirituale, il tangibile e l’ideale, in un certo senso: la vita. Altri due sono gli elementi presenti nella pittura di Giuseppe: metafora e metamorfosi. Metafore simboliche nei suoi valori sono: l’ombra, la maternità, la farfalla, la porta di luce. Metafora è tutto ciò che dà senso e giustifica l’opera, è ciò che vuol dire l’opera, è il suo messaggio. Metamorfosi: dal bruco alla farfalla, ai colori, alla luce dove tutto si trasforma, tutto rinasce in un continuo divenire. Dal segno che descrive e racconta a quello libero del ritmo che diviene pura energia. Ancora metamorfosi, dalla nostra vita all’altra, dalla realtà al sogno, dalla natura all’immagine. Il taglio compositivo delle opere è sempre molto calibrato nei rapporti spaziali, nei valori tonali e in quelli timbrici , con visioni di frammenti inseriti in un ruolo, in un contesto, in uno sfondo di luce sfocata, dovei particolari sono come un dialogo, delle frasi poetiche .Le figure in primo piano, quasi sempre evocative, rimandano ad altro a qualcosa , sospendono e lasciano molto spazio all’interpretazione ,tutto confluisce in immagini, come quelle che ci propone Giuseppe, di attonita meraviglia e di profonda concettualità, specie certe sfocature di luce, certi tagli dell’inquadratura, certe sovrapposizioni, vanno al di là del virtuosismo tecnico, diventano autentici strumenti di espressività. Ecco quindi quel senso di magico straniamento che ci coglie di fronte ai dipinti dell’artista scledense; la visione, slitta impercettibilmente nel concetto. Il mondo dei sentimenti preme sotto l’epitelio finissimo della pittura: riflessioni e meditazioni esistenziali, attimi di affettuosa colloquialità, tensioni verso la bellezza ideale. La presenza dell’intelligenza umana viene riscaldata proprio dall’effusione di una forza interna che tutto nobilita, tanto che ogni particolare viene letto in una dimensione simbolica, come supporto lievitante della fantasia.

Elena Gianesini

Elena Gianesini «nena» Pittrice autodidatta nata a Bassano del Grappa il 16 ottobre 1965. Diplomata in lingue, laureata in architettura presso lo IUAV di Venezia. Libera professionista, architetto ed interior designer interessata all’arte, frequenta mostre di pittura, musei e gallerie. La componente artistica caratterizza anche i suoi progetti che si contraddistinguono per l’attenzione al dettaglio e la cura nella scelta dei materiali. Grande passione per gli artisti dell’espressionismo astratto, per la pittura delle campiture: “color field”. Con le sue opere aspira ad emozionare attraverso creazioni cromatiche e semplici geometrie di colore e luce, suscitando atmosfere immateriali. Realizza i suoi quadri con colori acrilici, vernici e collage, usando diversi materiali come tessuti, stoffe e carte particolari. Le sue tele completano arredi e definiscono spazi di abitazioni private alcuni dipinti sono esposti in locali pubblici. Nel 2018 ha partecipato alla mostra d’arte contemporanea “Arte tra le mura” a Marostica a cura di “OperaOttava”.

Diego Marcomini

Nato ad Adria (RO) vive a Zanè (VI), artista autodidatta si è perfezionato frequentando la scuola di disegno «Il segno» a Sarcedo del M° Vignato.

Predilige i ritratti a matita, carboncini e acrilici. Si scorgono nettamente gli stati d’animo dei suoi soggetti catturando le varie sfaccettature dell’animo umano.

Denis Volpiana

Ho sempre inteso il confine come la limitazione di una forma, il lavoro che proponevo fino ad un paio di anni fa metteva in risalto la macchia di colore e il suo confine.
La macchia la intendevo metaforicamente quella che viene addossata alle persone, (intendo la macchia come: la pecora nera, lo scemo del villaggio, come quello che ha commesso un qualcosa da cui difficilmente possa superare e tornare indietro o come quello che viene discriminato semplicemente per un difetto fisico o mentale) e pensando a questo, la esaltavo scontornandola con una penna e cercavo in qualche modo di difenderla, per cercare di farla accettare perché penso sia fonte di arricchimento.
Poi ho iniziato a parlare di fratture, quelle che tutt’ora presento nei miei lavori attraverso una resina, parlando del confine naturale delle cose, quello che si identifica con linee stabilite dalla natura disegnando i contorni del nostro destino… penso che la frattura che tengo in esame più di molte altre sia la mia mano composta da delle parti di dita mancanti e la mano che mi resta dando la forma a questa cosa che ormai non si vede più e cercandola di fantasticare attraverso ai mezzi che ho.
Da qui ho cominciato ad approfondire la mia esistenza e miei confini, il mio motto è “guadagnare vita” ed è anche da qui che ho cominciato ad allargare questi confini cercando dei varchi per uscire e rientrare da essi volendo esplorare quello che non si vede.
Il lavoro di oggi parla di rotture, di crepe, di incazzature che si succedono nella vita una dietro l’altra, parla della natura dell’uomo parla dell’uomo in rapporto ad essa, parla di orti di boschi e di verde, che si rifà al rapporto con la società odierna e che si contrappone in alcuni casi al modello di evoluzione che si sta seguendo rispetto ad una visione mia personale.)
Penso inoltre che parli della trasformazione di queste fratture, di una rigenerazione di queste parti mancanti, dei modi che ho personalmente di vedere questo mondo e di creare la mia esistenza.
(Cerco di portare esempi pratici e veloci che arrivino direttamente alla questione e che possano stimolare la creazione di nuovi mondi che possano far pensare.)
La frattura vista in modo negativo (pessimistico) secondo me ha molto da esprimere in senso positivo e mi incuriosisce l’idea che avviene attraverso il pensiero che ho della soglia.
Ricordando che per me il confine è la limitazione di una forma, la soglia adesso la vedo come uno dei possibili varchi che si possono oltrepassare per andare al di là del confine, questo mi permette di iniziare a sognare e parlare di fantasia.
(Secondo me il passaggio della trasformazione di una frattura si ha solo quando si cerca il risultato, un risultato positivo di essa, in una continua volontà di cambiamento, dal meno al più.)
Portare situazioni che nella mia vita sono normali come entrare in un orto o andare nel bosco, è l’invito di vedere con la quotidianità delle cose comuni e far si che queste diventano linee guida di un’evoluzione continua e costruttiva.

Antonia Bortoloso

La figura femminile è il principale interesse della pittrice. La dipinge utilizzando l’acquerello,
tecnica che permette la sovrapposizione di velature adatte all’immediatezza espressiva ricercata.
Si può ricostruire un’evoluzione nella presentazione di questo soggetto nella produzione della
Bortoloso: da figure intere, di spalle, spesso nude, si passa negli ultimi acquerelli a busti e volti
rivolti verso lo spettatore, in un suo crescente coinvolgimento diretto. La pittrice sembra dunque
volgere verso un dialogo tra la donna ritratta e l’osservatore, rispetto alle figure meno recenti che
instauravano un monologo interiore volto alla conoscenza del sé e all’introspezione.
Sempre più le figure sembrano uscire da un contorno definito, con il colore bagnato che chiazza e
invade la carta cercando di dilatarsi sulla superficie, facendo sì che le immagini si impongano come
espressioni emozionali. Il legame della pittrice con la poesia si fa via via sempre più stretto, in
particolare con i versi di Emily Dickinson, che indicano la stessa attenzione per l’esplorazione della
mente e delle emozioni, per l’interiorità della persona. Questo percorso interiore viene, come visto,
messo in relazione con l’altro da sé nelle opere più recenti, una richiesta di attenzione e ascolto che
si fa più intensa e profonda.
Figure volte alla ricerca del significato della vita, così appaiono le donne della Bortoloso. Sogni,
pensieri, ricordi e desideri animano questi volti e questi corpi, che chiedono sempre più di
relazionarsi con il mondo esterno portando in esso il bagaglio delle proprie riflessioni.

Anna Aldighieri

Sono Anna, colleziono cuori, raccolgo lavanda e mi piacciono le oche. E amo la fotografia, così tanto da decidere, non più giovanissima di lasciare un posto fisso ma che non mi motivava per dedicarmi all’attività di fotografo in modo professionale, trasformando così il sogno nel mio mestiere.
Sono una fotografa di emozioni perché per lavoro ritraggo le persone nei loro momenti felici, matrimoni, dolci attese, nascite, foto di famiglia.
Amo i ritratti semplici e puliti, quelli in cui l’attenzione viene catturata da uno sguardo, un sorriso, un’emozione.
La qualità del mio lavoro deriva da anni di studio attraverso, corsi, workshop, aggiornamenti ed esami che seguo periodicamente per mantenere e migliorare sempre il livello dei miei servizi.
Sono un’amica della luce, la studio in tutte le sue forme.
Quando non lavoro, fotografo paesaggi, amo stare in mezzo alla natura, apprezzarne la calma ed il silenzio, alzarmi quando è ancora notte per attendere le prime luci e scattare una foto.
Mi piace cogliere la bellezza di una città d’arte, uno scorcio, una piazza, un’immagine.
Ho partecipato alla realizzazione di un libro fotografico e le mie foto sono state in molteplici mostre collettive anche all’estero.

Alessandro Pretto

Sono uno scultore autodidatta e fin da bambino sono stato attratto dal legno, dalle forme degli alberi, dalle loro nodosità, da rami e radici che prendevano forme magiche e segrete, dai colori e dai profumi intensi delle resine che mi catturano quando cammino nei boschi e che ritrovo ogni giorno nel mio laboratorio dove lavoro. Le sculture che creo hanno forme maschili o femminili, sono svuotate, rotte, dilaniate, un post moderno che mette in luce una umanità che aggredisce e violenta la natura da cui proviene. Una fotografia, un fermo immagine su questo mondo che cambia. Alcune sono legate con corde e lacci sottili, altre fate di forme morbide, delicate, sinuose per esaltare la bellezza dell’essere umano e del divino che con fattezze angeliche mi ricorda parte di questo universo.

News - Eventi

Gli NFT e l’Autenticazione delle Opere d’Arte: Una Rivoluzione Digitale

Nel mondo dell’arte, l’autenticità e la provenienza di un’opera hanno sempre rivestito un’importanza cruciale. Con l’ascesa della blockchain e l’introduzione degli NFT (Non-Fungible Tokens), il panorama artistico sta assistendo a una trasformazione che potrebbe ridefinire il concetto stesso di proprietà, autenticazione e collezionismo d’arte. Gli NFT sono asset digitali unici che utilizzano la tecnologia blockchain per certificare la proprietà e l’originalità di oggetti virtuali, che possono variare da opere d’arte digitali a collezionabili virtuali e oltre. A differenza delle criptovalute come Bitcoin o Ethereum, che sono fungibili e possono essere scambiati su una base di uno-a-uno, ogni NFT ha un

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Quanto può valere una chitarra?

Determinare il valore di un oggetto, anche se non si tratta di un’opera d’arte, può risultare complesso e soggettivo. Entrare in un negozio di strumenti musicali oggi e rispondere a tale domanda è già un’impresa ardua, date le molteplici opzioni disponibili. La varietà di strumenti è così ampia da essere quasi sopraffacente. La sfida diventa ancora più intricata quando l’oggetto in vendita non è una semplice chitarra alla ricerca di un nuovo proprietario, ma uno strumento suonato dalle abili mani di un musicista di fama come Mark Knopfler. In questo caso, stabilire il suo valore intrinseco diventa ancora più complicato.

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Beyond: Eugene Ebipade Komboye dal 31 gennaio al 15 marzo 2024 in via Galliera, 8 Bologna

Dalle composizioni di Picasso ai ready made di Duchamp, la trash art continua a evolversi perché diviene anche una scelta per sensibilizzare lo spettatore verso l’arte socialmente impegnata come lo sono le opere in mostra.In particolar modo, Eugene fa riferimento alle politiche ecologiche: esaltata il valore della spazzatura, nella speranza di renderla un “materiale parlante”, in grado di poter suscitare dibattiti, quesiti, dubbi e domande all’intera società odierna.La sua scelta dei materiali e della vivace tavolozza di colori affondano le radici nella sua formazione presso il Politecnico di Auchi nello Stato di Edo, dove si è laureato con lode in

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LEE MILLER ICONA DELLA FOTOGRAFIA SURREALISTA E DOCUMENTARISTA DI GUERRA 1907-1977

Nata il 23 aprile 1907 nello stato di New York, Lee ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte visiva grazie alla sua straordinaria versatilità e al suo occhio visionario.Negli annali della storia della fotografia, poche figure brillano con la stessa intensità di Lee Miller.Immaginatevi di fare un salto negli anni ’20, nel cuore pulsante di Parigi, dove l’arte e l’innovazione riempiono le strade. È qui che inizia la straordinaria storia di Lee Miller, una giovane donna con un’anima ribelle e un occhio visionario per la fotografia.Fin dall’infanzia, Lee ha dimostrato una passione per l’arte e la creatività, ma è stato

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Klimt Segreto: Il Ritrovamento di Fraulein Lieser Scuote il Mondo dell’Arte

Nel cuore di Vienna, la città che ha visto nascere e prosperare la Secessione viennese, un evento straordinario ha scosso il mondo dell’arte: il ritratto di Fraulein Lieser, un’opera smarrita di Gustav Klimt, è stato ritrovato dopo oltre un secolo di mistero. Fondatore della Secessione viennese, Klimt è noto per la sua straordinaria fusione di simbolismo, ornamento e sensualità nelle sue opere, e il ritratto di Fraulein Lieser non fa eccezione. Quest’opera, valutata oltre 54 milioni di dollari, apparteneva originariamente alla facoltosa famiglia Lieser, industriali ebrei di spicco a Vienna durante il periodo d’oro dell’Impero Austro-Ungarico. L’ultimo avvistamento pubblico del

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Il Rinvenimento del Capolavoro: La Madonna del Guercino Entra a Far Parte delle Eccellenze di Palazzo Collicola a Spoleto

La recente scoperta della pala d’altare di Giovanni Francesco Barbieri, noto come il Guercino, ha dato un nuovo e significativo contributo al ricco patrimonio artistico esposto presso la sala d’onore di Palazzo Collicola a Spoleto. Dopo un attento restauro a cura della COOBEC, l’opera è stata ufficialmente presentata in una cerimonia alla presenza del professor Bruno Toscano e del restauratore Bruno Bruni. Il dipinto, di imponenti dimensioni (cm 175 x 294), ritrae la Madonna con il bambino affiancati dai santi Rocco e Sebastiano. Commissionata dal conte Antonio Maria Sartori per esprimere la sua gratitudine per essere scampato alla peste, la

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