Vi presento brevemente Dorothea Lange, iconica fotografa americana, nata nel New Jersey a fine ottocento e famosa in tutto il mondo per il suo impegno a documentare i problemi sociali del mondo del suo tempo.
Ebbe un’infanzia molto difficile sia perchè colpita dalla polio in tenera età, ma anche perché cresciuta senza il padre che abbandonò la famiglia quando lei era ancora giovanissima.
Appassionata di fotografia, avviò il suo primo studio fotografico a San Francisco nel 1918, dopo essersi formata alla Clarence White School di New York.
Agli inizi della sua carriera si dedicò alla fotografia di ritratto ma ben presto passò alla documentazione di problemi sociali legati alla grande depressione americana del periodo tra le due grandi guerre. Tra il ’32 ed il ’39 lavorò per il Dipartimento per le Aree Rurali americano, documentando i problemi sociali di queste zone.
Iconica è la sua fotografia del 1936 "Migrant Mother" (Madre Migrante), immagine che presenta il ritratto di una donna e dei suoi due figli.
È una fotografia che ci parla di dignità, orgoglio, volontà di una madre che lotta per la sopravvivenza dei propri figli. Lo sguardo fiero di questa donna, diviene il simbolo della sofferenza della voglia di riscatto della gente comune durante il periodo della grande depressione.
Questo suo impegno le fece vincere un premio Guggenheim nel 1941.
Dopo l’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941, l’amministrazione americana decise che tutti i giapponesi residenti negli Stati Uniti, circa 120 mila persone, fossero trasferiti nei “campi di ricollocamento del periodo di guerra”.
Dorothea Lange fu assunta nel 1942 dal governo americano per creare un registro fotografico sull’“evacuazione” e il “ricollocamento” di questi prigionieri giapponesi americani. Lei accettò l’incarico convinta che le sue fotografie sarebbero state preziose come testimonianza per il futuro.
I suoi scatti infatti evidenziavano le ingiustizie e le sofferenze subite da questi cittadini americani e per questo furono sequestrate, fino alla fine della guerra, dai comandanti americani che le analizzarono, e in seguito archiviate negli archivi nazionali fino agli inizi degli anni 2000.
Quindi lavorò come documentarista per l’Onu, raccontando la povertà, la fame nel mondo.
Il suo impegno per i diritti umani e per la giustizia sociale, l’hanno resa una figura iconica nella storia della fotografia, in grado ancor oggi di ispirare artisti di tutto il mondo.
Fu anche una dei fondatori dell’agenzia Magnum e della rivista Aperture.
Fu fotografa di Life, ebbe l’onore di essere la prima donna fotografa a cui il MoMa dedicò una retrospettiva nel 1965, subito prima della sua morte per malattia all’età di settant’anni.
Segnalo che dal 27 ottobre al 4 febbraio 2024 presso il Museo Civico di Bassano del Grappa sarà presentata la mostra fotografica “DOROTHEA LANGE, L’ALTRA AMERICA”, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, con circa 200 scatti che ripercorrono la carriera di questa grande fotografa. Fulcro della mostra sarà uno studio sulla nascita della celeberrima ed iconica “Migrant Mother”, presentando la sequenza dei cinque scatti eseguiti dalla Lange per trovare la foto perfetta.
Sicuramente un’esperienza da non perdere!