25ª edizione al Carrousel du Louvre, dal 18 al 20 ottobre 2019.
Ogni anno, durante la settimana di arte contemporanea a Parigi in ottobre,
il “Salon Contemporary Art Festival ART Shopping”
riunisce oltre 800 artisti e gallerie.

location

Progettato dagli architetti Ieoh Ming Pei e Michel Macary, il Carrousel du Louvre è stato realizzato mentre si effettuavano i lavori di restauro del museo del Louvre alla fine del XX secolo: la prima pietra è stata posta il 15 gennaio 1991, mentre l’inaugurazione è avvenuta il 15 ottobre del 1993[1]. Durante la costruzione sono state rinvenute le fondamenta di una fortezza medievale: queste sono state restaurate e visibili all’interno del centro commerciale[1]; ospita inoltre sculture che precedentemente adornavano il Palazzo delle Tuileries. Nel 2013 il Carrousel du Louvre è stato visitato da quasi diciassette milioni di persone, rendendolo uno dei centri commerciali più visitati della Francia.

Con un’estensione di circa diecimiladuecento metri quadrati, ospita negozi come Sephora, Esprit Holdings, il primo Apple Store della Francia, aperto nel 2009, Mariage Frères, Swarovski e Fossil, le Salles du Carrousel, utilizzate per fiere, esposizioni e eventi, ristoranti e un teatro appartenente alla Comédie-Française. Dal centro commerciale è possibile accedere direttamente al museo del Louvre. 

fonte Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Carrousel_du_Louvre

Exhibition Carrousel du Louvre Paris

the 25th anniversary edition 2019

18-19-20 octobre

ARTISTES

Anna Aldighieri

Sono Anna, colleziono cuori, raccolgo lavanda e mi piacciono le oche. E amo la fotografia, così tanto da decidere, non più giovanissima di lasciare un posto fisso ma che non mi motivava per dedicarmi all’attività di fotografo in modo professionale, trasformando così il sogno nel mio mestiere.
Sono una fotografa di emozioni perché per lavoro ritraggo le persone nei loro momenti felici, matrimoni, dolci attese, nascite, foto di famiglia. Amo i ritratti semplici e puliti, quelli in cui l’attenzione viene catturata da uno sguardo, un sorriso, un’emozione.
La qualità del mio lavoro deriva da anni di studio attraverso, corsi, workshop, aggiornamenti ed esami che seguo periodicamente per mantenere e migliorare sempre il livello dei miei servizi.
Sono un’amica della luce, la studio in tutte le sue forme.
Quando non lavoro, fotografo paesaggi, amo stare in mezzo alla natura, apprezzarne la calma ed il silenzio, alzarmi quando è ancora notte per attendere le prime luci e scattare una foto.
Mi piace cogliere la bellezza di una città d’arte, uno scorcio, una piazza, un’immagine.
Ho partecipato alla realizzazione di un libro fotografico e le mie foto sono state in molteplici mostre collettive anche all’estero.

Eleonora De rossi

L’artista di origini bassanesi, ha iniziato a dipingere fin in tenera età attratta dai colori e dalla luce, cercava di riprodurre sulla tela ciò che vedeva e provava. Ha perfezionato questa sua inclinazione iniziale attraverso lo studio e facendo esperienze didattiche con altri artisti, per affinare la sua tecnica. Il suo continuo viaggiare le ha permesso di apprendere un nuovo modo di concepire la realtà e di esprimersi utilizzando colori e materiali non ordinari. Entrare in contatto con diverse culture ha arricchito la sua conoscenza dell’esser umano e quindi il suo modo di dipingere, essendo la pittura una forma di comunicazione universale.
Conseguiti gli studi in Management e consulenza aziendale all’Università di Trento, ha lavorato per anni nel mondo della finanza, ma non riusciva a scacciare la sensazione che mancasse ancora qualcosa nella sua vita. Smise di cercare e decise di puntare direttamente al cielo.
Ecclettica e determinata, ha sempre cercato di superare i suoi limiti in tutti gli aspetti della sua vita, cercando di ottenere l’impossibile, ed è esattamente la sensazione che regala, nelle sue opere, ai suoi estimatori; la possibilità di possedere un pezzo di cielo.
Il messaggio che vuole mandare è che se vuoi qualcosa veramente, puoi raggiungere qualsiasi obiettivo.
I cieli in costante mutamento sono fonte inesauribile di ispirazione per la pittrice: le bellissime albe, gli incantevoli tramonti, le pericolose e cupe tempeste.
L’armonia dei colori, i giochi di luce che caratterizzano la sua pittura, suscitano emozioni e non essendo prettamente figurativi lasciano lo spirito libero di vagare e l’immaginazione di fantasticare.
L’artista è conosciuta per questi paesaggi, cieli che si espandono sopra ogni punto umano di osservazione.
Si è esibita da Melbourne a Manhattan, Dubai, Jaipur, Shangai, Londra, Italia come pittore singolo e in gruppi di artisti.

 

Eva Trentin

Giuliano Cardellini, nato a Rimini, vive e lavora a Morciano di Romagna. Nel suo Atelier d’Arte GC organizza come artista, poeta, autore, fotografo, numerosi eventi letterari e di arte. Ha pubblicato tre libri di poesia “Diciannove versi d’amore e una rosa” (2004),” nel godere dell’amore” (2007) e l’amore poi l’abisso” (2017), due Cataloghi di arte contemporanea, oltre 48 video sulla sua variegata attività artistica, e vinti numerosi premi letterari. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive di arte contemporanea in Italia e all’Estero; ha esposto a Venezia, Cattolica, Rimini, Verona, Gubbio, Pesaro, Osaka, Londra, Monte Carlo, Reggio Emilia, New York, Roma e Montreux. L’arte e la poesia sono diventate, in maniera inscindibile, la sua vita. Il suo scopo è promuovere l’arte e la cultura nel mondo, per un dialogo internazionale di condivisione e solidarietà tra i popoli. I lavori astratti e di forte valenza concettuale, associati all’uso originale di diversi materiali e attraverso la fusione di poesia e materia, costituiscono le caratteristiche peculiari dell’artista e ne fanno al contempo un grande interprete di ricerca espressiva degli ultimi anni. E’ stato definito (Baboni-Taddei) “Il poeta scultore dell’interiorità”.

Giuliano Cardellini

Giuliano Cardellini, nato a Rimini, vive e lavora a Morciano di Romagna. Nel suo Atelier d’Arte GC organizza come artista, poeta, autore, fotografo, numerosi eventi letterari e di arte. Ha pubblicato tre libri di poesia “Diciannove versi d’amore e una rosa” (2004),” nel godere dell’amore” (2007) e l’amore poi l’abisso” (2017), due Cataloghi di arte contemporanea, oltre 48 video sulla sua variegata attività artistica, e vinti numerosi premi letterari. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive di arte contemporanea in Italia e all’Estero; ha esposto a Venezia, Cattolica, Rimini, Verona, Gubbio, Pesaro, Osaka, Londra, Monte Carlo, Reggio Emilia, New York, Roma e Montreux. L’arte e la poesia sono diventate, in maniera inscindibile, la sua vita. Il suo scopo è promuovere l’arte e la cultura nel mondo, per un dialogo internazionale di condivisione e solidarietà tra i popoli. I lavori astratti e di forte valenza concettuale, associati all’uso originale di diversi materiali e attraverso la fusione di poesia e materia, costituiscono le caratteristiche peculiari dell’artista e ne fanno al contempo un grande interprete di ricerca espressiva degli ultimi anni.
E’ stato definito (Baboni-Taddei) “Il poeta scultore dell’interiorità”.

Laura Soprani

Laura Soprani nata nel 1967 a Luzzara – Re, patria di Cesare Zavattini.
Dopo aver respirato nella giovinezza nebbia e profumo di arti naif arriva a Bologna dove vive da più di trent’anni.
Qui si diploma all’Accademia di Belle arti e Tecnico di Effetti Speciali Cinematografici.
Avida di esperienze curiose ha frequentato anche una scuola di circo, pagandosi gli studi col mestiere del clown e col teatro performativo.
La curiosità per tutto quello che richiede creatività la porta a lavorare per la pubblicità, il cinema e la televisione come truccatrice, scenografa, decoratrice scultrice e designer in Italia e all’estero.
Nel suo curriculum: numerosissimi videoclip , spot pubblicitari e trasmissioni televisive per le reti Nazionali , Mediaset, Sky.
Tra le altre: Direzioni artistiche e collaborazioni di importanti eventi culturali, mostre e installazioni, Spettacoli Teatrali, Films e Documentari.
E’ stata docente presso l’Accademia di belle Arti di Bologna e di Foggia.
Parallelamente, si dedica alla promozione culturale nell’ambito dell’arte e del riciclo creativo.
In costante divenire la sua ricerca artistica. Sperimentatrice di linguaggi, nelle sue più svariate forme espressive con materiali alternativi e di nuova tendenza, con i quali realizza le proprie opere pittoriche, scultoree e installazioni performative.

“L’amore per la materia mi spinge ad esplorare ogni campo, mi piace plasmarla e trasformarla con fantasia per creare stupore ed emozione. Tutti i materiali sono validi per essere rielaborati in nuove texture e volumi. Mischiare le tecniche mi permette di trovare soluzioni divertenti per esprimere i miei sentimenti e i miei dissensi, mettendoli in comunione creativa con gli altri”.

Laura Soprani

Martina Escobar Perez

Martina Escobar Perez nasce nel 1967 a Buenos Aires.
Dal 2001 al 2011 frequenta la Scuola Quantica, fondata da Paolo Scarpari in Padova.
Dal 2002 al 2012 studia e collabora con il Prof. Claudio Massini intraprendendo un attivo percorso di ricerca artistica.
Dal 2003 per 7 anni collabora con l’artista Maurizio Cannavacciuolo come colorista, realizzando 29 opere (200 x 200 cm) in bianco e nero.
Dieci di queste opere sono state esposte presso il Museo Casa Robegan, “Plots-Intrecci. Una Pittura multiculturale”, Treviso, 2018.Si diploma nel 2005 presso il Liceo Artistico di Treviso. A seguito dei suoi viaggi culturali e spirituali in Oriente emerge la sua identità artistica, coniugando spiritualità e creatività da cui la serie di opere “Buddha”. Nel 2012 da inizio alla serie di opere “Alberi”.

Mostre personali e collettive in Italia e all’estero:

2014 “Affordable Art Fair” – a cura della Galleria Glauco Cavaciuti – Milano.
2014 “Settimana dell’Arte” – Resort Chia Laguna a cura delle Galleria Spagnoli – Firenze e della Galleria Percapitaartecontemporanea – Carpi, Modena
2015 “Animal House” – Galleria Percapitaartecontemporanea – Villa delle Maschere, Barberino del Mugello – Firenze
2015 Concepisce e attua l’evento “ Le Radici del Mondo” Conferenza e Mostra espositiva presso Spazi Bomben – Fondazione Benetton Studi Ricerche – con relatori di spico internazionali.
Contemporaneamente all’apertura della mostra “ Not only trees” presso lo spazio espositivo – Esterno 59 Arte Contemporanea – Treviso.
2015 “Cinguettii” mostra personale – Spazio Juliet PArCo foundation – Casier – TV
2016 “Affordable Art Fair” Milano – a cura della Galleria Percapitaartecontemporanea – Carpi, Modena.
2018 “Alberi” mostra personale – Giardino Bistrot – Treviso
2019 London Millenium – International Contemporary Art Show a cura di Opera Ottava – Londra
2019 “Abstract 2O19” – Rio Creative Art Center a cura di Opera Ottava – Madrid

Milena Masini

Mi chiamo Milena Masini e sono nata a Rimini (Italia) nel 1961… Nella vita, sono un medico con la passione per la fotografia e i viaggi. Per me è la fotografia come fermo immagine, una cornice che mi permette di fissare il momento prima che venga cancellata, di portare questa emozione sulla carta e trasformarla in memoria indelebile. Riprese, per me, è strettamente legato al viaggio: questo è ciò che mi porta costantemente attraverso i continenti ad attraversare nuove frontiere, ogni giorno, incontrandosi con l’altro, con lo straniero della porta accanto: così il mio riflesso è sempre con me, una parte di me, compagno di vita e amico più fedele, ricordo della mia memoria. Oltre a varie mostre in Italia e all’estero, ho pubblicato due libri: “Il respiro degli occhi” e “NYRL-New York Real Life”.

“Un viaggiatore è, per definizione, una persona che si muove nell’Universo attraversando lo spazio-tempo o, almeno, è questo se ci affidiamo alla visione copernicana del mondo in cui viviamo. Ma, muovendosi nel mondo, e affrontando un viaggio, ci si accorge in un importante momento di epifania e consapevolezza, che è vero l’opposto, che siamo noi il centro dell’Universo, quasi a ridare credito e credibilità alle più antiche cosmogonie che volevano la Terra e l’Uomo in una posizione privilegiata del Cosmo.”

Simone De Pietri

Monica Marcenaro

Monica, una vita dedicata all’amore, arte e famiglia.
Conosco Monica da pochi anni ma credo di conoscerla da sempre, persona meravigliosa di grandissimo cuore e carattere, attenta alla sua arte e decisa a farla conoscere e lasciare il segno.
Il fascino dei suoi quadri dona all’osservatore un’esperienza intensa, particolare che lo rapisce e lo trascina forzatamente nel mondo di Marcenaro. Analizzando i suoi lavori non credo si possa esprimere completamente quanta passione e trasporto l’artista metta nella sua realizzazione.
Opere parlanti, opere danzanti, opere che ti arricchiscono e scaldano il cuore, grazie alla continua ricerca e instancabile voglia di cimentarsi in nuove sfide. Dietro a Monica troviamo una famiglia meravigliosa che la sostiene e che le dà spesso l’ispirazione per nuove realizzazioni. Artista Ligure, pittrice, decoratrice d’interni e scenografa, sfrutta i colori della sua riviera che le appartengono da sempre per far germogliare il suo percorso e da lì iniziare le ricerche successive permettendo al suo tratto un tempo chiaro e distinguibile di trasformarsi in essenziale e appena percettibile.
Col tempo, la sua evoluzione artistica ha portato lavori sempre più materici e all’utilizzo della spatola e al dissolversi dei colori vivaci fino alla loro fantasmagorica scomparsa. Poliedrica, passa dal nudo al paesaggio con elegante disinvoltura dimostrando grandi capacità artistiche, le forme perdono di significato per lasciare spazio alle emozioni emotivamente coinvolgenti a volte sensuali.

Michela Barausse

P.H. Wert

Le macchine, in Emilia, sono parte integrante del territorio. Lungo la via Emilia tutto comincia nei primi del Novecento con la meccanizzazione dell’agricoltura arrivando alle auto che faranno la storia dei motori. Per chi ci è nato in quei luoghi, come P.H. Wert, gli ingranaggi sono molto più che un pezzo della propria identità personale: fanno parte del paesaggio, del dna cognitivo, sono uno strato del subconscio e come, tali, finiscono per riemergere e diventare materia onirica. Con i suoi lavori, P.H. Wert rielabora questo richiamo ancestrale della provincia meccanica secondo una sensibilità propria dell’uomo del terzo millennio. Con la serie esposta The Mechanism of Circular Thought l’artista traccia con olio e acrilico su tela strutture geometriche astratte. Degli ingranaggi, che sono la ricerca di un equilibrio perfetto, ma che lo hanno solo in quel luogo e in quel momento che, sulla tela, si cristallizza, si fa lirico e si ripete in loop in una serie di opere volte a cercare e ricercare una simmetria perfetta. I suoi meccanismi sono la trasfigurazione di quel pensiero circolare che nasce con Eraclito, passa per Sant’Agostino, Galileo e Ralph Waldo Emerson, approdando a Bologna, una provincia votata alla produttività, si è tradotto nelle macchine che hanno sempre fatto la storia dell’umanità che l’ha popolata. Dai tempi della lavorazione della seta, fino alla creazione di un’economia manifatturiera che quei meccanismi, che da sempre caratterizzano il landscape di una provincia, li esporta in ogni angolo del pianeta. Una Motor Valley nata negli occhi di chi l’ha immaginata in un contesto agricolo, ancor prima che nei marchi conosciuti e amati in tutto il mondo. Eppure i meccanismi fantastici di P.H. Wert non funzionano, o per meglio dire, non sono fatti per funzionare. Creano una tensione concettuale volta a celebrare il “qui e ora” a riaffermare la supremazia dell’immaginazione e della perfezione dell’equilibrio sull’efficienza. La macchina è allo stesso tempo libera dalla fatica e intrappolata dalla fantasia. E’ questo che in fin dei conti sembrano volerci suggerire le opere di P.H. Wert, che è essa stessa un’identità fittizia che intrappola quella autentica nella fantasia dell’artista, con le sue linee geometriche che ostentano freddezza, con pennellate invisibili che richiamano un disegno tecnico. Come se la mano dell’artista e dell’uomo, che quelle macchine le ha pur sempre cristallizzate sulla tela, si fosse sublimata nella sua immaginazione. Talmente pura e perfetta da non aver timore di apparire meccanica. E’ proprio in questo contesto che la oggettiva precisione ingegneristica e il suo itinerario visivo si fa poesia. Gli ingranaggi così perfetti eppure effimeri, rappresentano anche il nostro rapporto con gli altri, sia individuale, sia collettivo. Come se l’essere umano fosse un ingranaggio nato per essere perfetto, circolare, dove ogni dentellatura sembra corrispondere a un incastro apparentemente esatto ma che, alla prova dei fatti, non è detto che lo sia. E quegli ingranaggi, propagandosi come cerchi, si allargassero al rapporto con gli altri, facendosi potente simbolo dei sempre più logorate relazioni fra gli esseri umani nella società contemporanea, che anche quando sono esteticamente perfetti e in equilibrio, alla prova dei fatti non lo sono quasi mai. Attraverso The Mechanism of Circular Thought P.H. Wert espone quindi la sua visione di una forma ossessivamente circolare che si ripete in maniera costante e al tempo stesso diversa. Sono circolari la forma del tempo, le intuizioni soprannaturali e la materia stessa di cui sono fatti sia i sogni, sia gli incubi. Per fermare il tempo attraverso opere che non hanno tempo.

Gaia Fattorini

 

Simona Bonini

Simona Bonini nasce a Rimini nel 1965.
Oggi, parallelamente all’edilizia si occupa con passione di pittura e di decorazione d’interni.
Proveniente dall’ateneo fiorentino, con laurea in “restauro e consolidamento delle strutture” conseguita nel 1991, prosegue il suo percorso professionale collaborando a Rimini con l’architetto Silvio Pulcinelli per il Triarchstudio e con lo studio tecnico paterno.
È in questi anni che emerge l’interesse per l’espressione pittorica contemporanea: si accosta al laboratorio Fuoriluogo di Loredana Matteini “un gruppo che opera al di fuori di scuole, tendenze stilistiche e luoghi deputati all’arte pittorica per esprimere liberamente con tele e colori le proprie individuali tensioni e visioni artistiche, per il puro piacere di sperimentare e sviluppare percorsi autonomi di ricerca”.
Per diversi anni pratica la professione in forma associata e poi prosegue autonomamente, diversificando i suoi percorsi progettuali.

“Siamo come?
Il carattere, l’indole, il destino, la nostra collocazione nel mondo, più precisamente l’ambiente socio-culturale in cui cresciamo, l’educazione impartita, quei cosiddetti fattori esterni: quanto influiscono nella formazione di ognuno di noi, nel nostro “essere”, nel nostro “esserci”?

Un’annosa questione, ma che io identifico con una risposta che, invece, credo certa: determinante la mia educazione scolastica (voluta coraggiosamente dalla mia famiglia, che per questo ringrazio) in una realtà sperimentale ed alternativa ma piena di senso che mi ha forgiato, che mi ha saputo fornire quegli strumenti – oggi così rari – necessari al confronto, alla discussione, all’osservazione, e alla ricerca profonda, dentro e fuori di sé.”

“BUTTO LA VITA, LA MIA, NELLA MATERIA E NON POSSO FARLO CHE CON SINCERITÀ”
Simona Bonini

Valter Borsato

Ho iniziato a dipingere giovanissimo sui 14-15 anni seguendo l’istinto e completamente da autodidatta.
I soggetti erano spesso semplici paesaggi ed edifici eseguiti ad olio. In quel periodo ho partecipato ad alcune manifestazioni e concorsi ed effettuato due piccole mostre personali (1979 e 1980) presso dei locali dell’azienda Mondadori di Verona.

A 22 anni smetto completamente ed improvvisamente di dipingere, poiché sull’arte prendono il sopravvento alcuni eventi personali, e nuovi interessi fra cui gli studi di zoologia presso Musei ed Università e conseguenti viaggi scientifici e di ricerca.
Parallelamente si sviluppa anche la vita professionale. Nel 1986 inizio a lavorare in una società di selezione e formazione, presso la quale negli anni successivi divento responsabile e coordinatore. Azienda che lascio nel 2008 per intraprendere da libero professionista un’attività di consulenza aziendale (tuttora in corso) nel campo informatico e del Web marketing. (www.valterborsato.it)

L’arte dal 1990 in poi.
Tramite frequentazione museali, alla fine del 1990 incontro presso il Museo di Regionale di Storia Naturale di Torino l’artista Giovanni Boffa (allievo per altro di F. Casorati).
Diventiamo subito amici e mi appassiono velocemente alla sua arte, ma di li a poco ci perdiamo di vista per reincontrarci molti anni dopo nel 2005.
Per il maestro Giovanni Boffa comincio, a partire dal 2011, ad seguire, quale unico referente, l’organizzazione delle sue mostre fondando allo scopo un’associazione “Ipotesi d’arte” della quale sono presidente.
Cito le principali mostre organizzate: Due presso Villa Godi Malinverni a Lugo di Vicenza. Una presso Villa Fabris a Thiene, tre mostre a Torino di cui una presso il prestigioso edificio dell’archivio di Stato e due mostre a Verona Presso Palazzo dei Mutilati.
Attualmente sto preparando due mostre: una per settembre 2019 presso il Museo di Sc. Naturali di Genova e una per il 2020 presso un prestigioso palazzo di Ferrara.
Tramite Boffa mi riavvicino ai pennelli. Sotto la sua visione e consigli lo aiuto a restaurare una serie di sue opere degli anni 60 che si erano danneggiate a seguito di un allagamento.
Nel 2017 ad 81 anni muore improvvisamente l’amico Giovanni Boffa lasciandomi moltissime opere oltre alla solenne promessa di non farlo dimenticare!
Sento fortemente questo vuoto “artistico” e nel 2018 riprendo a dipingere, e dopo moltissimi anni comincio a riaffacciarmi in questo mondo in prima persona, con la consapevolezza che nessuno può rappresentare se stesso e che MAI sarei capace a propormi come per anni ho proposto le opere di Boffa.
Con la serenità di non avere un preciso obiettivo da raggiungere, con l’inizio del 2019 comincio proporre i miei quadri (troppo impegnativo per ora chiamarle opere) iscrivendomi ad alcune manifestazioni artistiche e iniziando a pensare ad una bellissima sfida quale l’allestimento di una mostra personale.

VERA VERA

Vera Berardi, in arte Vera Vera, nasce a Cesena nel 1996. Vive e lavora a Brescia dal 2015. Consegue la Laurea triennale in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia. Attualmente frequenta il Biennio in Arti Visive Contemporanee presso la medesima Accademia.
La sua ricerca indaga le relazioni familiari e i rapporti sociali, analizzandone le influenze nella definizione e costruzione dell’identità .
Il suo percorso artistico si declina nelle pratiche scultoree e performative, lavorando sui principi della defigurazione, sfigurazione, negazione dell’ideale del canone e nella messa in scena anche catartica del trauma. Entrambe le aree di linguaggio sviluppano i temi focali della sua ricerca.

Xavier Gonzalez Muro

Xabier Gonzalez Muro è un’artista di Bilbao, nato nel 1967. Figlio d’arte di Emilia Muro, pittrice basca, eredita da lei la passione per i colori. Laureato in Storia Antica e Dottore di Ricerca in Archeologia, vive e lavora a Bologna (Italia) dal 1992.

L’artista da sempre ha sentito la necessità di rendere fruibile sulle sue tele il concetto di spazio e armonia tra le forme e il loro cromatismo. Xabier Gonzalez si è rivolto alla ricerca di nuove tecniche e soggetti che rendessero con maggior forza espressiva questo concetto. Perciò introduce nella sua opera elementi molto materici e un’idea dello spazio figurato nell’astrazione nel tentativo di materializzare lo spazio stesso. La sua opera si concentra nella volontà di catturare l’essenza della armonia in una morsa minimale e proporzionata fatta di materia e colore. La riflessione della luce sulle diverse materie naturali provoca gradazioni di colore dello spazio (bianco) su cui galleggiano le masse di colore. Un’armonia concettuale tra materia e massa cromatica. Un equilibrio armonioso.

Ha esposto le sue opere in numerose città tra cui a Bilbao, Bologna, Roma, Ferrara, Milano, Firenze, Tunisi e Parigi.

“Quello che cerco di dipingere è l’armonia, l’equilibrio tra le masse, le forme e i colori. Il bianco rappresenta per me la luce primordiale, il colore che ha in sé tutti i colori”

Xabier Gonzalez Muro

ArtShopping Comunicato stampa

ART Shopping PARIGI

25ª edizione al Carrousel du Louvre

dal 18 al 20 ottobre 2019

Ogni anno, durante la settimana di arte contemporanea a Parigi in ottobre, il Salon Contemporary Art Festival ART Shopping riunisce oltre 800 artisti e gallerie al Carrousel du Louvre. Pittura, Fotografia, Scultura, Arte digitale e Streetart per gli espositori di tutto il mondo.

In questa 25a edizione lo spettacolo risulterà eclettico, vivo, audace, come su un grande  palcoscenico, un evento da non perdere per gli artisti e le gallerie d’arte contemporanea, da sempre più numerosi per rinnovare la loro fiducia nel corso degli anni.

ART Shopping è acclamato da un vasto pubblico di amanti dell’arte e collezionisti, da più di 10 anni.

ART Shopping, al Carrousel du Louvre si propone di :

# Facilitare l’accesso del pubblico all’arte contemporanea

Art Shopping si distingue offrendo spazio espositivo a gallerie e artisti e le loro opere d’arte autentiche e originali.

Nello spettacolo, artisti e gallerie sono in contatto diretto con il pubblico. Nei vicoli del Carrousel du Louvre, amanti dell’arte e collezionisti possono incontrare con facilità gli artisti presenti.

# Sentire ” il polso del mercato

Su Art Shopping, accoglie ogni anno un numero crescente di dilettanti, semplici curiosi o giovani collezionisti per “sentire” il polso del mercato dell’arte attuale, scoprire un nuovo artista o completare le loro collezioni.

# Un passo riconosciuto sulla scena artistica dell’arte contemporanea

Art Shopping accompagna da oltre 10 anni la creazione artistica  contemporanea permettendo molti artisti e gallerie per mostrare il loro lavoro a un vasto pubblico.

Informations pratiques.

Vendredi 18 octobre – Vernissage de 19h à 22h (sur invitation)
Samedi 19 octobre de 11h à 20h
Dimanche 20 octobre de 11h à 19h

Location & Information

Vendredi 18 octobre – Vernissage de 18h à 22h 
Samedi 19 octobre de 11h à 20h
Dimanche 20 octobre de 11h à 19h

Carrousel du Louvre : 99 rue de Rivoli – Paris

Pour plus d'informations

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