FOTOGRAFIA, MOSSO O NON MOSSO?

1 Dicembre 2023
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Solitamente la fotografia è intesa come uno scatto statico, che fissa per sempre un momento. Un fotografo che scatta una fotografia “mossa” in genere la cestina, considerandola un errore.  Fotografare in movimento non è però sempre un errore e nemmeno una recente novità. La storia ci racconta che già a fine ‘800 il fotografo Muybridge realizzò una serie di fotografie in sequenza che dimostravano il dinamismo del movimento. Il passo successivo portò alla realizzazione di un’unica immagine che riproduceva il movimento di un atleta. Fu opera di un medico francese che inventò così la cronofotografia, registrando alla fine dell’800 un’intera sequenza di scatti in un’unica lastra. Una assoluta novità per l’epoca che ci anticipava quello che poteva poi diventare una fotografia, non più solo l’immagine di un attimo, ma una vera e propria opera d’arte. Nei primi anni del ‘900 si realizzò il primo scatto mosso per rappresentare consapevolmente un movimento. Il risultato fu una fotografia con un forte significato artistico e creativo. I futuristi ne confermarono per la prima volta un suo valore artistico e la definirono “fotografia movimentista”. Nella seconda parte del secolo scorso, molti fotografi si sono cimentati nella fotografia mossa, con grande diffusione e successo, promuovendola definitivamente ad arte figurativa artistica. Tornando alla tecnica, la domanda che sorge spontanea allora è: ”ma una foto mossa è o non è semplicemente un errore tecnico del fotografo?”.

Mi sono cimentata molto in questo tipo di fotografia e posso affermare che tutto può essere tranne un errore tecnico; la sperimentazione di tecniche fotografiche portano alla fotografia in “movimento”: l’obiettivo diventa uno strumento per raccontare fluidità, energia e dinamismo della vita. Ottenere buoni risultati richiede una tecnica precisa e attenta, una buona dose di creatività e progettualità che si ottiene dopo lunghe e complesse sperimentazioni. Non c’è nulla di speciale, né innovativo; la tecnica è sempre il primo strumento, e anche in questo caso rimane strumento indispensabile per cercare di trasmettere emozioni diverse.

Ci sono varie tecniche di fotografia in movimento, ad esempio il panning in cui la fotocamera segue un soggetto in corsa per sfocare lo sfondo, dando un senso di velocità e azione, oppure le lunghe esposizioni che creano quelle belle scie luminose nelle fotografie notturne delle nostre città. O ancora zoomate per ottenere effetti creativi all’immagine, aggiungendo dinamismo alla composizione.

La mia sperimentazione mescola tecniche, modifica le luci, crea movimenti per ottenere fotografie che apparentemente si avvicinano di più ad una visione pittorica dell’arte, ma sono invece a tutti gli effetti scatti fotografici. La post-produzione è minima o quasi assente, il risultato si ottiene principalmente in fase di scatto. Detto questo credo che una foto mossa consapevole e ben realizzata possa essere promossa senza dubbio ad opera artistica e d’arte, capace di emozionare lo spettatore.

 

Anna

Fotografa specialista in diagnostica

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Fondatrice di OperaOttava Arte, Michela Barausse svolge un ruolo attivo presso l’Unione Europea Esperti d’Arte per promuovere la diffusione della cultura artistica, realizzando mostre, convegni, e pubblicazioni. Membro del comitato operativo della Fondazione Boccioni e del museo a lui dedicato svolge la sua attività di divulgazione della cultura italiana e la tutela dei propri artisti. Come consulente in arte garantisco la massima professionalità per tutte le necessità artistiche dalle stime, expertise e perizie, alla compravendita. Svolgo un’attività di consulenza strategica per collezionisti e investitori garantendo attraverso un team di esperti la miglior riuscita.

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