Art Advisor

Sia che lavori per un collezionista con un importante portafoglio di investimento destinato all'acquisto di opere di artisti “blue-chip”, come Picasso, Warhol, Rothko e Pollock, sia che consigli giovani amatori dell'arte contemporanea, un art advisor, indipendente e ben preparato, usa sempre la sua esperienza per assistere i propri clienti a orientarsi nella complessità del mondo dell'arte. L'obiettivo è consigliarli, in tutte le fasi di gestione e valorizzazione di questa parte del patrimonio individuale o famigliare.
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Sia che lavori per un collezionista con un importante portafoglio di investimento destinato all’acquisto di opere di artisti “blue-chip”, come Picasso, Warhol, Rothko e Pollock, sia che consigli giovani amatori dell’arte contemporanea, un art advisor, indipendente e ben preparato, usa sempre la sua esperienza per assistere i propri clienti a orientarsi nella complessità del mondo dell’arte. L’obiettivo è consigliarli, in tutte le fasi di gestione e valorizzazione di questa parte del patrimonio individuale o famigliare.

L’art advisor (in italiano consulente artistico) è una figura professionale che ha prevalentemente il compito di orientare i propri clienti nell’acquisto e/o investimento in opere d’arte, indicando quando e cosa vendere e comprare, secondo le proposte di mercato, attraverso un’attività di ricerca e analisi del mercato dell’arte. Il consulente artistico deve pertanto possedere sia le competenze di un critico e storico dell’arte, sia quelle di un vero e proprio analista finanziario. Tale figura esiste, in realtà, da quando esiste il mercato dell’arte, almeno per quanto riguarda la capacità di considerare un’opera d’arte non solo dal punto di vista estetico ma anche di rivalutazione del valore nel tempo; solo di recente, però, ha acquisito un’identità professionale delineata e strettamente legata al mondo finanziario. In tal senso, il consulente artistico aggiorna il cliente sugli investimenti valutando le opere di maggior interesse in base alle banche dati disponibili, lo assiste nella compravendita e lo rappresenta nelle aste. L’approccio all’arte come investimento è un’idea che all’estero è maturata già da diversi anni: il prototipo nasce negli Stati Uniti nel 1979, e la Deutsche Bank ha messo insieme dal 1979 circa 50 000 opere d’arte moderna offrendo consulenza, seguita poi da Citigroup Private Banking che offre questo servizio da oltre 20 anni grazie al proprio art advisory department situato a New York. Ma anche altri istituti bancari offrono lo stesso servizio da almeno 10 anni. In Italia, invece, sta maturando solo adesso la consapevolezza che l’arte può offrire proventi superiori a qualsiasi altra speculazione esistente sul mercato con una crescita stabile e che, essendo un mercato non ancora sfruttato nelle sue potenzialità, è destinato ad una sicura crescita. A maggio del 2006 è nata Ass.I.Art (Associazione Italiana per l’Art Advisory).

Ma chi è l’art advisor?

Il mercato globale dell’arte può talvolta presentare non poche difficoltà a chi non ha molta esperienza. Un buon art advisor è una figura professionale che offre una varietà di servizi: accompagna apprezzabili collezionisti nella gestione delle loro opere d’arte così come giovani Millennials e Gen Z nello sviluppo di una nuova collezione. L’art advisor ricerca l’opera più appropriata per il cliente, aiuta a verificare se le condizioni dell’opera e dei materiali di cui si compone sono adeguati, analizza l’andamento del mercato e assiste il cliente nella negoziazione della migliore offerta. La gestione avviene in collaborazione con operatori esperti di art collection management e con società di servizi integrati per l’arte e può consistere altresì nella pianificazione successoria in vista della continuità generazionale. L’art advisor affianca i wealth manager e i private banker nelle vendite in asta e negli acquisti in fiera di opere d’arte per conto di importanti clienti e sovente è un servizio interno alla banca. Gestisce inoltre i rapporti con gli artisti e le loro fondazioni, ad esempio, per le ricerche d’archivio sulla provenienza e per le richieste dei certificati di autenticità. Collabora con primari studi di avvocati e fiscalisti per la conduzione delle due diligence, la redazione dei contratti, la circolazione internazionale delle opere e la costituzione di veicoli ad hoc, come trust e fondazioni, destinati alla conservazione delle collezioni. Coadiuva i family office nella gestione del patrimonio artistico di famiglia. Un art advisor quindi non si limita a disporre della propria abilità e preparazione tecnica per guidare i collezionisti a concludere affari sul mercato, bensì svolge a loro favore ben più ampie e articolate attività di consulenza.

Quali requisiti deve avere l’art advisor?

Competenza e professionalità in assoluto sono le prime caratteristiche. Avere condotto studi specifici nella materia della storia dell’arte e delle collezioni, essersi formato in realtà di mercato, come primarie case d’asta o gallerie, essere conoscitore di un principale settore e non un generalista (ad esempio, un art advisor esperto di Old Master, difficilmente conosce anche le logiche del mercato dell’arte contemporanea), avere contatti e relazioni con altre competenze in modo da poter orientare le richieste sul professionista più adeguato all’esigenza manifestata dal cliente.

Conoscenza del mercato significa per un art advisor avere sviluppato rapporti professionali esclusivi con i player del settore e aver acquisito la fiducia necessaria a condurre tali rapporti. Non solo; significa sapersi dirigere verso il migliore canale di vendita o di acquisto, riconoscere se una transazione possa raggiungere un migliore risultato se l’opera è posta in asta oppure se è venduta per trattativa privata.

Disponibilità all’ascolto, tempestività delle risposte alle richieste della clientela più sofisticata e compartecipazione alla passione che motiva ogni collezionista nella raccolta delle opere, sono altre peculiarità dell’art advisor. Segue la mobilità del cliente e con lui le opere, spesso lo accompagna alle fiere, alle aste e nelle gallerie, durante le inaugurazioni degli eventi legati al mondo dell’arte, diventando una vera e propria guida capace di aprire molte porte. Non da ultimo, altra caratteristica dell’art advisor è la trasparenza nei rapporti con i collezionisti e la sua indipendenza; ciò significa perseguire l’interesse del cliente e non avere conflitti d’interesse di alcun genere. Non essendo una professione regolamentata, in alcuni paesi, le società di art advisory hanno optato per un regime di trasparenza nei confronti della clientela permettendo di conoscere gli importi dei compensi ricevuti dai clienti o dai propri soci d’affari.

A maggiore garanzia del cliente assistito da un art advisor che compie attività di intermediazione nella compravendita (e che non si limiti a suggerire quale opera acquistare), in Italia, con il decreto legislativo n. 125/2019 (che modifica il decreto legislativo n. 231/2007) è stata introdotta la V Direttiva Antiriciclaggio che annovera, tra i nuovi sog- getti obbligati:

    • i soggetti che esercitano attività di commercio di cose antiche e di opere d’arte o che agiscono in qualità di intermediari nel commercio delle medesime opere, anche quando tale attività è effettuata da galle- rie d’arte o case d’asta (art. 115 TULPS) qualora il valore dell’operazione, anche se frazionata o di operazioni collegate sia pari o superiore a 10.000 euro;

    • i soggetti che conservano o commerciano opere d’arte ovvero che agiscono da intermediari nel commercio delle stesse, qualora tale attività è effettuata all’interno di porti franchi e il valore dell’operazione, anche se frazionata, o di operazioni collegate sia pari o superiore a 10.000 euro.
Per assicurare una maggiore trasparenza del settore, le associazioni di categoria si sono dotate di codici etici e di best practice. Per gli art advisor, conducono corsi di formazione, svolgono attività di convegni e seminari, alimentano directory e blog di conversazione su temi di interesse comune, forniscono utili strumenti per sensibilizzare e orientare il professionista a svolgere il proprio compito con onestà, diligenza e correttezza. Non si conoscono iniziative di questo genere in Italia, ma all’estero sono presenti organizzazioni come l’APAA – The Association of Professional Art Advisors, con sede a Brooklyn (NY), fondata nel 1980 dai pionieri dell’art advisory per diffondere i più alti standard della prassi professionale.

Cosa fa l’art advisor?

Per chi possiede una collezione strutturata, l’art advisor può seguire personalmente la sua gestione. La sua figura è accostata a quella dell’art collection manager per la conduzione di operazioni di inventario e di catalogazione delle opere, la raccolta dei documenti che testimoniano la loro storia, provenienza e autenticità, la conservazione delle opere mediante la selezione dei più accreditati restauratori, la loro custodia presso caveau o depositi in porti franchi, l’individuazione degli assicuratori più stimati e dei trasportatori specializzati in arte per la movimentazione delle opere. Un bravo art advisor conosce bene come prendersi cura dell’arte e conosce le prassi museali per la manutenzione e la protezione delle opere.

L’art advisor può dare pareri su comemeglio valorizzare la collezione tramite l’acquisto di nuove opere, la sostituzione di opere acquistate in precedenza, la creazione di archivi e banche dati digitali, l’accesso a piattaforme online per i prestiti, intesse relazioni con musei sul piano internazionale, creando così un sistema dinamico propedeutico alla proficua gestione della collezione.

Ad esempio, quando un’opera o più opere della stessa collezione sono richieste da un museo per una mostra, l’art advisor consiglia come e a chi affidare le varie fasi di cui si compone il processo, supervisionando il lavoro degli operatori coinvolti: predisposizione dei condition report, imballaggio e disimballaggio, trasporto, assicurazione, adempimenti doganali e fiscali, redazione delle schede di prestito e dei vari contratti in collaborazione con studi legali internazionali accreditati, curando tutti i rapporti con i registrar, fino alla installazione presso la sala del museo previa verifica delle condizioni ambientali. Lo stesso fa quando accompagna il collezionista ad acquistare un’opera a Miami Art Basel perché sia collocata presso la sua residenza in Italia o la sua casa di vacanza a Saint Moritz: segue tutti gli spostamenti dell’opera, consiglia come eseguirli, gestisce i rapporti con gli altri consulenti.

Michela

Michela Barausse Fondatrice di OperaOttava Arte svolge un ruolo attivo presso l’Unione Europea Esperti d’Arte.

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Fondatrice di OperaOttava Arte, Michela Barausse svolge un ruolo attivo presso l’Unione Europea Esperti d’Arte per promuovere la diffusione della cultura artistica, realizzando mostre, convegni, e pubblicazioni. Membro del comitato operativo della Fondazione Boccioni e del museo a lui dedicato svolge la sua attività di divulgazione della cultura italiana e la tutela dei propri artisti. Come consulente in arte garantisco la massima professionalità per tutte le necessità artistiche dalle stime, expertise e perizie, alla compravendita. Svolgo un’attività di consulenza strategica per collezionisti e investitori garantendo attraverso un team di esperti la miglior riuscita.

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